Il sogno targato scudetto è diventato realtà per il Top Spin Messina
- Pubblicato: 01 Giugno 2019
Davanti ad una grande coreografia di pubblico, che ha riempito la palestra di Villa Dante sostenendo incessantemente i propri pupilli con calore, ma sempre in maniera corretta, il sogno si è trasformato in realtà: il Top Spin Messina è campione d’Italia.
È la terza squadra siciliana a fregiarsi dello scudetto: prima era toccato al Body Center Messina nel 1999 e poi, nel 2012, al Città di Siracusa. Dopo il pari della scorsa settimana nella gara di andata della finale scudetto disputata a Verzuolo, ci sono volute 4 ore e 15 minuti per consegnare il titolo alla società siciliana, che si è imposta per 4-2 sull’A4 Verzuolo Tonoli Scotta. Eppure la gara era iniziata in salita per il Top Spin. Il forte ucraino Yaroslav Zhmudenko aveva inaugurato la serata rifilando un 3-1, abbastanza netto, a Marco Rech, apparso molto teso. Ci ha pensato Jordy Piccolin a pareggiare le sorti dell’incontro superando, per 3-2, Alessandro Baciocchi. Il Top Spin si è portato sul 2-1, grazie al successo per 3-0 ottenuto da Antonino Amato su Daniele Pinto. Il terzo sigillo per i locali era siglato da un Rech, più tranquillo, che si imponeva per 3-0 su Baciocchi. Con questo successo era già assicurata, per i padroni di casa, l’eventuale “bella”, da disputarsi sempre a Messina; questo proprio per il miglior piazzamento, rispetto al Verzuolo, dopo la regular season. Il solito inarrestabile Zhmudenko accorciava le distanze per gli ospiti, regolando in tre parziali Amato. Sul 3-2, per il Top Spin l’ultimo incontro fra Piccolin e Pinto era al cardiopalma. Siparietto per il presidente Giorgio Quartuccio che, come al solito, ha vissuto la gara con una tensione particolare; il massimo dirigente della squadra siciliana avvertiva più caldo rispetto ai presenti visto che, in continuazione si sventolava, sperando di trovare, fra un punto ed un altro, almeno un piccolo refrigerio. Dopo una partenza decisa da parte dell’atleta della squadra messinese, che si aggiudicava il primo set per 11-7, era pronta la reazione di Pinto, che si aggiudicava il secondo parziale per 11-8. Nel terzo set sembrava tutto in discesa per Piccolin, ma, sul 10-6 in proprio favore, si lasciava raggiungere dall’avversario prima di chiudere sul 13-11. Sospinto dal pubblico (uomo in più in campo), il giovane atleta del Top Spin manteneva i nervi saldi e si aggiudicava il quarto set per 11-8, regalando uno storico scudetto al Top Spin ed una pacifica invasione di campo.
Poi, è seguita la premiazione: ad effettuarla il vicepresidente vicario della Fitet, Carlo Borella, alla presenza, fra gli altri, del presidente regionale Giuseppe Gamuzza. Naturalmente sono stati tutti premiati: inizialmente gli atleti Rech, Piccolin, Amato e Damiano Seretti; poi, il direttore sportivo Roberto Gullo e il tecnico Wang Hong Liang e, per finire, il presidente Giorgio Quartuccio, principale artefice di questo traguardo. Davanti ai microfoni della Fitet e dell’addetto stampa Roberto Levi, un emozionatissimo Quartuccio. “È stata una serata memorabile: i ragazzi mi hanno emozionato. Pur partendo male, hanno buttato in campo ogni risorsa, trovando la forza di rimontare contro una squadra che non era facile da superare. Ringrazio in maniera particolare l’allenatore Liang, che ha creato un gruppo meraviglioso, riuscendo a dare serenità a tutto l’ambiente. Mi dico bravo per aver scelto questo gruppo e il tecnico. I miei atleti ci tenevano tantissimo al titolo e siamo riusciti nell’impresa: vincere lo scudetto in casa è stata un’emozione fantastica. Tutta la stagione è da incorniciare: a gennaio la conquista della Coppia Italia e ora il titolo italiano; non possiamo chiedere di più”. Poi, il presidente del Top Spin conclude il suo intervento con una promessa: “Squadra che vince con si tocca: questo è scontato; però, per la prossima stagione, faremo sicuramente un innesto, allo scopo di rinforzare ulteriormente l’organico. A breve faremo un annuncio”.
Insomma, le pagine del libro firmato dal Top Spin sembrano ancora poterci regalare altre splendide emozioni.
(Mario Lo Presti)