Sul settore paralimpico e sulle videoconferenze con le Società parla il Consigliere Regionale Giovanni La Mattina
- Pubblicato: 09 Dicembre 2020
Alle videoconferenze con le società ha preso parte anche il Consigliere Regionale Giovanni La Mattina. Prima di raccogliere le sue impressioni al riguardo, abbiamo colto al volo l’assist per trattare un tema di cui si occupa con grande amore, interesse e scrupolosità: il movimento paralimpico.
-Sei Presidente dell’A.S.D. Radiosa, costituita tredici anni addietro. Pensavi di ottenere i risultati che vi hanno permesso di balzare agli onori della cronaca?
“Insieme a Giacomo Abbate ed Antonino Ribaudo abbiamo fondato una società non a scopo di lucro - dice La Mattina. A Palermo era l’unica associazione sportiva per ragazzi disabili ed è stato uno dei motivi per cui l’associazione si è ingrandita. Per gestire al meglio la società c’era bisogno di collaborazione e sono riuscito a coinvolgere, da subito, Marzia Bucca, che ha sposato il nostro progetto, dandoci una grossa mano. Era necessario, ad esempio, impegnare qualcuno che si occupasse della parte burocratica e chi, invece, dovesse interessarsi ad un’opera di sensibilizzazione o ad altri tipi di compiti: suddividendoci le competenze, è diventato tutto più facile. Da questo punto di vista, anche l’ingresso in società di Michele Aprile è stato di grande rilevanza; successivamente, si sono inseriti altri volontari ed ora disponiamo di una bella realtà, formata da più di 40 unità. Prima del Covid, grazie ad un lavoro davvero laborioso con diversi Istituti Scolastici, eravamo riusciti ad agganciare diversi ragazzi: non solo quelli affetti da disabilità, ma anche i normodotati, coniugando al meglio la loro integrazione. Purtroppo, l’effetto della pandemia non ci ha permesso di allargare il cerchio con i più giovani, ma, indipendentemente da tutto questo, il nostro incremento ed i risultati ottenuti nel panorama nazionale, dimostrano la nostra crescita esponenziale. L’ultimo riconoscimento ci è stato attribuito dalla Federazione Nazionale, che, riconoscendo i nostri meriti, ci ha inserito fra le Società insignite del brevetto di “Scuola Federale di Tennistavolo”.
-Occupiamo i vertici nazionali con lo Sport Club Etna, la Radiosa, il Circolo Eneo, lo stesso Albatros. Ci sono altre società che stanno prendendo piede…
“La crescita del nostro movimento è un dato inconfutabile: malgrado tutte le difficoltà di questa stagione, nelle province di Ragusa, Siracusa, Messina ed anche in altre zone il settore si va incrementando con grande soddisfazione del Comitato Regionale, che punta molto sul movimento paralimpico”.
-Fai parte di una “squadra di prim’ordine”, che segue da vicino e con competenza il settore. L’arma vincente è rappresentata dalla compattezza che vi contraddistingue?
“È un onore far parte di un gruppo qualificato, che si avvale della presenza di Marzia Bucca e Carlo Pandolfini, rispettivamente in qualità di Referente Tecnico Regionale Paralimpico e Vice, che sono un “vulcano” di idee. Con Pierpaolo Liberto e Francesco Gandolfo diamo loro il nostro contributo, ma non è difficile collaborare con chi è tanto propositivo. Il segreto? È la forza, il fatto di confrontarsi l’uno con l’altro, il decidere comunemente la politica che bisogna portare avanti. Non ci sono diversità di pensiero: siamo un’ottima squadra con valori sani e questo ci permette di agire con grandi risultati”.
-Anche se il periodo particolare che stiamo attraversando non permette una grande fase organizzativa, bolle qualcosa in pentola?
“Siamo riusciti ad ultimare, con grande riscontro, il progetto “Ripartenza in Sicilia” svoltosi da giugno ad ottobre, riguardante gli allenamenti personalizzati per gli atleti di interesse nazionale. Come Comitato Regionale che, al riguardo, investe notevoli risorse economiche, abbiamo ratificato l’effettuazione di stage, che saranno avviati a gennaio: riteniamo siano fondamentali per la crescita dei ragazzi e costituiscono l’input che dà loro grandi soddisfazioni, aiutandoli a realizzare i propri sogni. Basti pensare a chi, dopo un incidente, sia costretto a stare su una carrozzina: si accosta allo sport realizzando qualcosa di bello e cominciando a credere nel futuro”.
-Hai preso parte alle videoconferenze con le Società: quali sono stati i problemi maggiormente evidenziati e come intende intervenire il Comitato Regionale?
“Il problema dell’impossibilità di utilizzare le palestre scolastiche (non riguarda la nostra società, che non si è mai fermata, riuscendo ad effettuare tre allenamenti settimanali) anche se non investe tutto il movimento, è stato l’argomento di maggiore rilevanza. Soprattutto nei piccoli comuni esistono associazioni sportive che, non disponendo di palestre, si sono dovute fermare e non c’è certezza su quando potranno riprendere l’attività. Un altro tema toccato è stato quello concernente la carenza, o addirittura la totale mancanza di settore giovanile. Come intendiamo intervenire? Intanto cercando di incentivare nelle cittadine, dove non si pratica il Tennistavolo, la formazione di nuove società sportive, dando loro tutto il necessario supporto materiale (tavoli, palline, racchette) ed aiutandole anche dal punto di vista burocratico, cosa che, per le nuove associazioni sportive, è di vitale importanza. Alle società che dispongono di settore giovanile, almeno una volta a settimana, invieremo i tecnici a diposizione del C.R. per effettuare un lavoro serio con i giovani, spronandoli a non abbandonare il nostro splendido sport. È chiaro che per accrescere il movimento giovanile è essenziale attingere dagli Istituti Scolastici: “il problema Covid” non aiuta in questo senso. Noi saremo pronti a riprendere con immutato ardore il discorso interrotto con i giovani, non appena l’effetto provocato dalla pandemia ce lo permetterà”.
(Mario Lo Presti)