Non penso che Massimo Dipietro possa accollarsi ulteriori incarichi rispetto a quelli che ha già nel carniere. Nella vita ricopre la professione di Insegnante di Educazione Fisica e, in ambito sportivo, risulta Consigliere Regionale (al quarto mandato), a cui bisogna aggiungere l’incarico di Vicepresidente. E non è finita qui: Dipietro è Presidente dell’A.P.D. Eos Enna, dove funge anche da tecnico ed atleta. Non possiamo non menzionare un ulteriore impegno: quello di essere Delegato Provinciale della FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivi Relazionali).

- Pensi manchi ancora qualcosa di cui ti potresti occupare?

“Penso proprio che, anche volendo, (gli sfugge mezza risata) non potrei assumermi nessun altro incarico - precisa Dipietro -, non foss’altro per mancanza di tempo. L’importante è impegnarsi per cercare di fare tutto nel migliore dei modi ed è questo quello che mi propongo, nella speranza di riuscire nell’intento”.

-Nel 1992 hai costituito l’Eos Enna: di acqua al mulino ne è passata parecchio…

È stata una cavalcata vincente: partendo dalla serie D2 abbiamo sempre vinto il campionato, raggiungendo la serie B1. La squadra maggiore, che ci rappresentava, (con una punta di orgoglio, è inutile nasconderlo) non è mai retrocessa. Il fatto di disputare la B2 è dipeso da una nostra scelta, anche perché, come è successo nella stagione 2015-2016, eravamo l’unica squadra siciliana che prendeva parte al campionato di B1 e i costi per affrontare le trasferte incidevano notevolmente. Proprio per questo motivo abbiamo preferito convogliare il budget a disposizione verso il settore giovanile”.

-Il discorso promozionale della società è stato potenziato con il nuovo sito Internet, curato nei minimi dettagli, che diventa uno strumento fondamentale per un discorso di visibilità

“Devo ringraziare il nostro atleta Filippo Fiamingo, che si è adoperato non poco realizzando, secondo il mio modesto parere, un sito Internet davvero pregevole, che ci sforzeremo di migliorare. Il mio prossimo obiettivo (spero durante le vacanze natalizie), sarà quello di inserire i titoli conquistati da ogni singolo atleta della nostra società, sin dall’inizio. Ritengo che sia inutile creare un sito se, poi, non lo si aggiorna e non lo si renda vivo, in maniera da realizzare qualcosa in grado di incuriosire anche gli eventuali visitatori”.

-Dopo aver lanciato tanti giovani nel panorama nazionale, su tutti Daniele Spagnolo e Martina Tirrito, grazie al prezioso apporto del tecnico Vasil Hristozov, il fatto che non facciano più parte dell’Eos Enna non ti ha fermato: l’amore per il Tennistavolo continua imperterrito…

“Se c’è la passione per il nostro sport, non credo che qualsiasi tipo di delusione sia sufficiente per interrompere tanti anni di attività. Si continua con lo stesso impegno dedicando le maggiori risorse economiche al settore giovanile che, poi, costituisce la linfa vitale delle società”.

-Il centro propulsore è rappresentato, in ambito maschile e femminile, dal settore giovanile: altri giovani talentuosi stanno venendo fuori…

“In effetti, continua ad essere il vero cardine della società. Mio figlio Riccardo è in procinto di entrare a far parte del “Progetto Italia”, essendo il numero cinque della categoria Giovanissimi: ma ci sono altri giovani, come Simone e Nicola Mangione, Biagio Ticino, Giulia Bonasera, mia figlia Morena, che si fanno rispettare. Purtroppo, l’effetto Covid ci ha tagliato le gambe: da metà settembre non abbiamo a disposizione la palestra della Scuola Elementare “Fundrisi”, che potevamo utilizzare dalle 15 alle 22, e l’unica possibilità di allenamento è rappresentata dal Palasport (ad Enna bassa), che possiamo utilizzare appena due ore al giorno, dalle 15 alle 17, per tre volte la settimana. Questa situazione ci ha fatto perdere per strada i ragazzini, visto che solo gli atleti della nostra B2 e i giovani di interesse nazionale possono allenarsi”.

-L’aver ricevuto dalla Federazione il brevetto di “Scuola Federale di Tennistavolo” è stata una bella soddisfazione

“Non posso negare che il riconoscimento ricevuto per il lavoro svolto non ci abbia gratificato. Però sarebbe importante per tutte le società che hanno ottenuto il brevetto dimostrare con i fatti che, nel corso degli anni, sono riuscite o sono in grado di “costruire” degli atleti che poi rappresenteranno il loro futuro e, perché no, del nostro sport”.

-Osservandoti dall’esterno ti reputo una persona che sprizza tranquillità da tutti i pori: è una dote che riesci a trasmettere ai più giovani?

“Al termine di una partita è importante non considerare se si è vinto o perso, ma valutare come si è giocato. Il risultato finale può essere bugiardo e si deve guardare la prestazione. Seguendo la mia filosofia, cerco di inculcare nei ragazzi un messaggio importante: devono giocare per divertirsi, impegnandosi al massimo delle loro possibilità. Il fatto, poi, di mantenere una certa tranquillità ai bordi del rettangolo di gioco (anche nei momenti di difficoltà), ritengo sia fondamentale per evitare che i più piccoli possano perdersi d’animo”.

-Il fatto di essere oltre a Consigliere anche Vicepresidente Regionale, ti comporta maggiori responsabilità?

“I miei propositi non vengono minimamente intaccati. Mi sono sempre impegnato al massimo per il bene del Tennistavolo siciliano e continuerò a lavorare con lo stesso piglio. In tale ottica cercherò insieme al Consiglio, che ha nella compattezza il suo punto di forza, di confrontarmi con le società e di sentire i loro suggerimenti per venire incontro, nei limiti del possibile, alle loro esigenze”.

-Visto che sei Delegato Provinciale della FISDIR, c’è apertura al settore paralimpico?

“Non è facile, ma è un obiettivo: questo è sicuro. Spero che con l’aiuto di Paolo Alongi, oltre che da atleta in qualità di tecnico, si possano ottenere i risultati sperati. C’è già la possibilità di una collaborazione con il Liceo Scientifico e, per quanto riguarda il settore paralimpico, avevamo già preso parte all’iniziativa “TennistavolOltre”, malgrado l’assenza, in atto, nella nostra società di atleti paralimpici. Poi, la pandemia ha fermato sul nascere l’attività, ma le speranze di ripartire (Covid permettendo) ci sono tutte”.

-Il periodo infelice che stiamo attraversando vi ha fatto pensare all’organizzazione di videoconferenze con le Società: pensi si sia rivelata un’esperienza positiva?

“La mia risposta, condivisa unanimemente da tutto il Comitato, non può che essere affermativa e per una duplice motivazione: sia perché si sono toccate con mano le esigenze delle società, sia per il fatto di recepire tanti suggerimenti, alcuni dei quali si sono rivelati davvero interessanti. Si deve evitare di incorrere nel rischio di conoscere solamente le realtà vicine alla propria e non essere consapevoli di tutte le problematiche che investono le società siciliane nella loro globalità. È chiaro che, per tutto questo, ci vuole una piena collaborazione delle associazioni sportive: solo in questo modo si potrà agire per il meglio”.

-Avrai preso parte, fra le altre, alla videoconferenza con le Società di Enna e Caltanissetta. Sono venute fuori le solite problematiche (palestre scolastiche, settore giovanile), evidenziate nelle altre province?

“Il problema relativo alla mancanza di palestre scolastiche, in particolare per Enna e Caltanissetta, è ancora più grave rispetto alle altre province. Purtroppo, per quanto concerne il settore giovanile, la problematica riguarda tutta la Sicilia. Sono solo sette o al massimo otto le società che si presentano ai tornei con atleti giovani e questo costituisce un problema non indifferente. Non è solamente un fattore negativo legato al Covid, ma dipende dal fatto che tante associazioni sportive non sono strutturate a livello giovanile”.

-Quali obiettivi intendete raggiungere come C.R. nel prossimo quadriennio?

“Indubbiamente, la speranza di avere più ragazzi, che prendano parte ai tornei, è il traguardo principale a cui miriamo. Del resto, dimostriamo la vicinanza alle società già da tempo, visto che da oltre un anno, sistematicamente, inviamo i nostri tecnici presso le associazioni sportive che dispongono di settore giovanile, per aiutarle concretamente nella valorizzazione del vivaio. È indubbio che, per ottenere maggiori progressi, sarà indispensabile la collaborazione dei tecnici societari, che dovranno seguire le linee guida dettate dal referente regionale, in maniera da conseguire i migliori risultati per i propri ragazzi. Si è anche parlato di incentivare le società già esistenti per divulgare il Tennistavolo nelle cittadine limitrofe. Sicuramente, il lavoro è assai complesso, perché non basterà che un tecnico regionale si rechi per effettuare dimostrazioni pratiche sulla nostra disciplina nei centri viciniori; occorrerà, poi, che l’opera di sensibilizzazione verso il Tennistavolo venga portata avanti da un tecnico del luogo. Sappiamo, per esperienza, che è più facile far decollare uno sport dove c’è già chi lo conosce o lo ha praticato in passato: ma è un tentativo che bisogna necessariamente fare, per allargare il nostro movimento”.

 

(Mario Lo Presti)

Massimo Dipietro