Nell’arco di 24 ore, nella terza fase di Europe Cup, in un doppio confronto che vedeva di fronte la Top Spin Messina EUCI e i belgi del TTC Sokah Hoboken, è successo di tutto. L’epilogo, da film thriller, ha sancito il passaggio ai quarti di finale della squadra del presidente Giuseppe Quartuccio, impostasi al golden match. Su proposta avanzata dalla squadra belga, come da accordi fra le due società, entrambe le gare di andata e ritorno si sono disputate nella palestra di Villa Dante, davanti ad un pubblico caloroso che ha sostenuto incessantemente i propri beniamini.

Nelle due giornate gli incontri sono stati diretti da Giuseppe Vargetto con l’assistenza di Carolina Carrolo e Francesco Basile.

La Top Spin Messina EUCI ha schierato Marco Rech Daldosso, Leonardo e Matteo Mutti, guidati in panchina dal tecnico Wang Hong Liang, supportato da Marcello Puglisi.

Dall’incontro di martedì (la gara di andata) la squadra messinese era uscita malconcia, visto che era stata sconfitta per 3-1 con il punto della bandiera realizzato da Rech su Mathieu De Saintilan. Nel giro di 24 ore occorreva superarsi per cercare almeno di agganciare gli avversari impattando con il punteggio di 3-1, per affidarsi poi al golden match. 

Quello che sembrava quasi impossibile da realizzare si è verificato: la Top Spin Messina EUCI, con grande caparbietà, ha inaugurato le danze con il bel successo di Rech su Benjamin Brossier per 3-2; successivamente, i belgi hanno pareggiato le sorti della gara grazie a Quentin Robinot che, come nella gara di andata, ha avuto la meglio su M. Mutti per 3-2. È tornata in vantaggio la squadra del presidente Quartuccio con L. Mutti, bravo a imporsi sull’ostico difensore De Saintilan, per 3-2. Il definitivo 3-1, che pareggiava il conto con la gara di andata, portava la sigla di M. Mutti, che regolava Brossier per 3-0. Poi iniziava la roulette del golden match: era M. Mutti a prendersi la rivincita su Robinot, nettamente sconfitto per 11-5, la TTC Sokah HoboKen agganciava i locali per merito di Brossier vincitore su Rech per 11-7. Il sigillo del definitivo successo, che equivale ad una impresa nel vero senso della parola, porta la firma di L. Mutti, che strapazzava letteralmente De Saintilan con il punteggio di 11-4.

Abbiamo fatto una carrellata, in vista dei quarti di finale con i protagonisti di questa fantastica impresa per cogliere le loro impressioni. 

«Dopo la sconfitta di martedì abbiamo cercato di non abbatterci - precisa M. Mutti - entrando in campo decisi a spendere ogni stilla di sudore pur di conquistare un risultato favorevole. Sapevamo di avere di fronte due avversari di spessore come Robinot e Brossier (che hanno fatto parte della nazionale francese) e un difensore arduo come De Saintilan, da prendere con le pinze. Nell’incontro inaugurale del golden match è stato importantissimo riuscire a superare Robinot: sono rimasto molto concentrato e deciso a dare il massimo dopo le due sconfitte rimediate in precedenza al quinto set. Posso ritenermi soddisfatto, non solo in quanto sono riuscito a “vendicarmi”, ma anche perché è stato un successo che ha dato la giusta carica ai compagni. Siamo una squadra che ha nella compattezza il suo punto di forza: ognuno è in grado di far punti e riusciamo a gestirci variando lo schieramento della formazione. Proprio per questo motivo le squadre che affrontiamo non hanno nessun punto di riferimento. Dopo questa vittoria il cammino diventa ancora più difficile; noi daremo come sempre il massimo: vedremo come andrà a finire».

«Ho attraversato un periodo difficile, quello in cui ho conseguito anche la Laurea - afferma Rech. Finalmente sono contento di essere riuscito ad esprimere un buon gioco e tornare a certi livelli. Nella seconda giornata cambiare l’ordine della formazione si è rivelata una formula azzeccata e ha fatto la differenza; poi non bisogna dimenticarci del tifo caloroso del pubblico, che ha fatto la sua parte. Mercoledì è stato fondamentale vincere la prima gara per incanalare la partita sui giusti binari. Riuscire ad agguantare la semifinale sarebbe un risultato ancora più arduo che rivincere lo scudetto; però ci proveremo e daremo il massimo per questa maglia: è il minimo che possiamo fare per ripagare la società e il pubblico del loro sostegno. Indipendentemente dalla squadra che dovremo affrontare, saremo opposti, in ogni caso, ad avversari molto forti. Siamo riusciti a raggiungere i quarti di finale: ora possiamo giocare “liberi” e questo potrebbe rivelarsi un vantaggio non indifferente. Se becchiamo, poi, la giornata in cui giocheremo al meglio delle nostre possibilità, non commettendo errori, tutto potrebbe succedere».

«Martedì non sono riuscito ad entrare in partita - sostiene L. Mutti - forse perché sono entrato in campo con una mentalità sbagliata. Le partite sono “scappate” velocemente e non sono stato in grado di trovare il filo del discorso. Per fortuna, nella gara di ritorno, mi sono ripreso e ho affrontato due volte De Saintilan, che ha uno stile di gioco con cui mi trovo bene. Sono partito decisamente meglio e capivo di avere un totale controllo della situazione. Il golden match è un terno al lotto: sapevo di poterla spuntare, aiutato da un grande tifo e da tutta la squadra che mi supportava. Sono soddisfatto di aver ottenuto il punto decisivo per la qualificazione in un periodo in cui non sono al massimo della condizione e questo mi riempie d’orgoglio. Il nostro approccio alla seconda gara è stato decisamente migliore; prima della partita ci siamo guardati negli occhi e, indipendentemente dal riuscirci o meno, eravamo decisi a mettere in campo ogni energia sia per rispetto della dirigenza, che ha fermamente creduto nelle nostre qualità, sia per il supporto che i tifosi continuano a darci. Agguantare la semifinale sarà più arduo, perché affronteremo una squadra ancora più tosta, ma ce la possiamo fare se ci presenteremo con il piglio giusto».

La nostra panoramica non può che terminare con il tecnico Liang e con il presidente Quartuccio.

«Francamente, anche se era indubbiamente un difficile scoglio da superare, pensavo che i ragazzi fossero in grado di farcela - sostiene Liang - anche perché, non avendo nulla da perdere, potevano giocare senza alcun tipo di condizionamento e, quindi, di esprimere al meglio le loro potenzialità. Certamente la tensione era tanta, ma nella gara di ritorno la decisione, discussa con gli stessi atleti, di variare l’ordine della formazione è risultata vincente. Marco, Leonardo e Matteo, ancora una volta, hanno dimostrato di essere un gruppo coeso e ognuno, nei momenti cruciali della gara, è riuscito a farsi valere. Dopo il primo successo, probabilmente, la squadra belga ha pensato che il più era stato fatto, ma non credeva di trovarsi di fronte ragazzi decisi a non mollare e a vendere cara la pelle. Nei quarti di finale affronteremo la seconda squadra classificata del girone B della Champions League e non sarà una passeggiata. Può succedere di tutto; noi ce la giocheremo e il nostro obiettivo è di arrivare in semifinale». 

«Sulla base della prima partita, era difficile raggiungere la qualificazione per la presenza fra gli avversari di due atleti molto forti come Robinot e Brossier e di un difensore ostico come De Saintilan - dichiara il presidente Quartuccio -, ma i ragazzi sono stati a dir poco fantastici riuscendo nell’intento. Il cambio di formazione è stato concordato, ma forse è risultato ancora più importante dare tranquillità ai ragazzi che per ribaltare il pronostico dovevano scendere in campo lucidi, calmi e carichi, e così è stato. Voglio spendere infine due parole per il meraviglioso pubblico, sempre caloroso e determinante in positivo: non ha mai smesso di incitare i ragazzi e li ha sospinti verso un traguardo che sembrava impossibile da raggiungere. Quando disputeremo in casa la gara dei quarti di finale, presumibilmente fra l’8 e il 12 gennaio, per un evento ancora più importante, mi aspetto una presenza del pubblico più massiccia, sperando nella partecipazione degli appassionati di tutta la Sicilia ad uno spettacolo di assoluto livello. Il nostro massimo obiettivo era il raggiungimento dei quarti di finale, dove saremo opposti ad una squadra austriaca o tedesca, comunque ad atleti di grandissimo livello, e sarà durissima. Però, la pallina è rotonda e i ragazzi potrebbero compiere il miracolo…».

(Mario Lo Presti)

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