Dopo l’oro nel singolare e l’argento nella gara a squadre conquistati a Zagabria in occasione dei campionati europei Under 13 e la medaglia di bronzo ottenuta con Francesco Trevisan nel doppio maschile Under 15 a Gliwice (in Polonia) lo scorso anno, il tredicenne Danilo Faso “colpisce ancora”. 

Questo potrebbe essere il titolo di un film, invece è il sunto dell’epilogo dei campionati europei giovanili svoltisi a Malmö in Svezia che, come nelle previsioni, hanno visto alla ribalta il giovane siciliano fra gli Under 15.

Raccogliere al termine della manifestazione la medaglia  d’oro (nella gara a squadre con i compagni Francesco Trevisan, Erik Paulina e Giulio Campagna) e la medaglia di bronzo (in doppio con Trevisan), a cui bisogna aggiungere due quarti di finale conquistati nel singolare e nel doppio misto con la tedesca Koharu Itagaki, conferma, anche se non si nutrivano dubbi al riguardo, le innegabili doti del talentuoso atleta siciliano che, durante l’importante rassegna continentale, è stato seguito in panchina dal tecnico Emmanuele Delsante.

Al rientro in Italia abbiamo rintracciato telefonicamente papà Marco e Danilo per sentire le loro impressioni.

-Iniziamo dal “pater familias” che, per seguire il figlio da vicino, ha fatto un vero e proprio “tour de force”

«Prima ho seguito come tecnico le imprese di mia moglie Yuliya, che ai campionati mondiali master ha conquistato una meravigliosa medaglia d’oro nel singolo Over 45; poi lunedì 15 luglio ero già in Svezia per essere da supporto morale a Danilo. Non potevo seguirlo in panchina, ma la mia presenza è stata ugualmente importante per tante cose che sono il contorno di una manifestazione, per esempio tanto per citarne qualcuna, anche per farlo andare a letto presto...»

-I risultati di rilievo sono arrivati, ma forse c’è qualche piccolo rammarico per la finale sfuggita d’un soffio nel doppio maschile e per il podio sfiorato sia nel singolare che nel doppio misto

«Il rammarico è grande; quando una manifestazione sportiva si sviluppa nell’arco di 12 giorni non è facile giocare sempre al meglio perché le energie mentali vengono a mancare. Danilo, dopo una meravigliosa partenza nella gara a squadre dove, senza nulla togliere al bravissimo Trevisan, credo sia stato davvero determinante, man mano mi è sembrato meno brillante. Brucia, e non solo, la mancata finale per l’oro nel doppio maschile, quando i ragazzi conducevano 8-2 nel quinto e decisivo set».

-In una precedente chiacchierata hai evidenziato fra le doti di Danilo la “testa incredibile” e quella di essere “un animale da punto”... 

«Sono pienamente convinto di tali caratteristiche che, in aggiunta alla concentrazione anche nelle fasi delicate degli incontri, continuano a far parte del suo bagaglio pongistico  e sono molto importanti per qualsiasi atleta, ancor di più per un ragazzino della sua età».

-Ora immagino un po’ di meritato riposo, e poi?

«Solo per qualche giorno staremo a Palermo, poi gli impegni non mancheranno: Danilo sarà impegnato per uno stage in Germania; a settembre parteciperà al Top 10 europeo e a novembre ai campionati del mondo Under 15, che si svolgeranno ancora in Svezia».

-Ci puoi anticipare dove giocherà Danilo nella prossima stagione?

«Dopo lo strepitoso campionato disputato in A2 con la Virtus Servigliano, con una percentuale di rendimento quasi dell’89% e l’inaspettata promozione in A1, non poteva che rimanere ancora un anno nella stessa società con la quale si è instaurato un ottimo rapporto. Fra l’altro, con ogni probabilità, a dispetto dell’età, gli sarà affidato anche l’oneroso compito di capitano della squadra, per la grande fiducia riposta in lui». 

Non potevamo che concludere la nostra chiacchierata con il bravissimo Danilo che, come al solito, dimostra di essere più maturo rispetto alla sua giovanissima età.

-Quando sei venuto a conoscenza del successo di tua mamma ai recenti campionati mondiali master nell’Over 45, quale è stata la tua reazione?

«E’ stata una bellissima sorpresa. Francamente non me l’aspettavo. Sapevo che aveva raggiunto la semifinale e la notizia che era riuscita a salire sul gradino più alto del podio mi ha davvero inorgoglito».

-Ci sono stati momenti di blackout che hanno condizionato la tua prestazione sia in singolare che in doppio…

«Al termine di una così lunga ed estenuante manifestazione, non era facile giocare al meglio per la stanchezza accumulata; capisco di aver dato tutto nella gara a squadre, dove penso di essermi comportato bene».

-Nel complesso ti ritieni soddisfatto di quanto ottenuto?

«Assolutamente sì: un campionato europeo è difficile da affrontare, perché ci sono tante componenti da prendere in esame. Indubbiamente, in alcuni frangenti le partite potevano girare diversamente, ma una medaglia d’oro nella gara a squadre e una di bronzo nel doppio maschile non sono certo risultati da disprezzare: tutt’altro».

-Quante ore al giorno ti alleni?

«L’allenamento giornaliero è di circa sei ore; naturalmente non è solamente un lavoro al tavolo, ma alle spalle ci vuole tanta preparazione fisica. Affronto tutto con grande interesse e non mi costa fatica; il tennistavolo fa parte della mia vita e sono consapevole che, come in ogni cosa, solo con un impegno costante si possono ottenere risultati di rilievo». 

-Nel tuo futuro hai l’ambizione di diventare il n. 1 italiano e di scalare ancora di più le classifiche in ambito giovanile nel ranking mondiale?

«Penso sia il sogno di tutti diventare il n. 1 italiano, non lo nascondo; in ambito mondiale sono attualmente il n. 3 per la mia fascia di età e il n. 8 fra i ragazzi più grandi di un anno».

-A chi dedichi i tuoi ultimi successi?

«Su questo non posso nutrire dubbi: dedico le mie vittorie alla mia famiglia, che mi supporta in ogni cosa e mi aiuta tanto».

 

(Mario Lo Presti)

 

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